Un giorno mi scrive G, raccontandomi di essere un cercatore di cristalli delle nostre zone, con regolare patentino. Mi fa toccare con mano alcuni dei suoi quarzi, lanciandomi la sfida: guarda se riesci a farne qualcosa.
Lui raccoglie quarzi proprio nelle montagne che amo e che considero casa, le Alpi Marittime. L’idea di poter utilizzare dei cristalli raccolti in modo etico, a km0, senza sfruttamenti né del territorio né delle persone, mi stuzzica in modo particolare. Sono sempre reticente nell’acquisto di pietre, arrivano da lontano, tutte uguali, tutte perfette, senza un valore emotivo. Ma questi quarzi sono diversi. Sono grezzi, spuri, da lavorare, da saper vedere.
Sono sincera, appena li ho visti ho pensato ”forse mi ha scambiato per qualcuno più in gamba, più capace di metterci le mani”. Li ho lasciati lì per un po’, in attesa di fare mente locale e di trovare il tempo per dedicarmici. Ogni tanto ci pensavo, come incastonarli? Come smussarli? So che molti creano una capsula e incollano il cristallo appeso sotto, ma non volevo usare colle. Voglio che i miei gioielli siano durevoli e imperturbabili, la colla non mi dà fiducia, secca, perde efficacia.
Non avendo una forma incapsulabile come le pietre più piatte, ho deciso di provare a forarli.
Circa mezz’ora e 3-5 punte sono quello che occorre per forarne uno. Una faticaccia indubbiamente, ma ne vale la pena ! Ogni pietra mi parla, vorrei lavorarle tutte all’istante, il tempo non è mai abbastanza.
Il primo tentativo viene abbastanza bene, ma commetto un errore sul finale. Il secondo tentativo mi esplode in mano a lavorazione quasi completa. Dal terzo la musica cambia e riesco a completare alcuni pezzi per lo shop. In ognuno di essi metto alcuni simboli, alberi, elementi della montagna e una breve frase o parola di incoraggiamento. Il primo recita ”ce la fai”, dedicata al progetto che stavo inseguendo. Da lì sono rimasta sul tema naturale e motivazionale, che reputo adatto ad una pietra carica come il cristallo di quarzo.
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Una piccola curiosità: se ti capita di indossare il cristallo sopra alla maglia in inverno o camminando in montagna, prova a toccarlo. E’ freddissimo e sembra parlare delle sue vette.